Leggi in Italia diritti transgender: cosa c’è da sapere

Le leggi in Italia a tutela dei diritti delle persone transgender

In Italia, nonostante il riconoscimento avvenuto negli ultimi anni di alcuni principi, come quello dell’identità sessuale, baluardo dell’espressione dell’identità delle persone transgender, queste ultime devono ancora affrontare innumerevoli sfide legate alla discriminazione, all’inclusione sociale e alla protezione legale.

In questo articolo esploreremo le leggi vigenti in Italia che tutelano i diritti delle persone transgender, come il diritto alla salute, la protezione contro le discriminazioni, e il riconoscimento legale dell’identità di genere.

La Legge 164/1982: riconoscimento dell’identità di genere

La Legge 164/1982 è una delle principali fonti normative che ha segnato una tappa fondamentale nel riconoscimento dei diritti delle persone transgender, ovvero è stata la prima legge in Italia a introdurre la possibilità di cambiare sesso. Questa legge  è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 106 del 19.04.1982 ed è entrata in vigore il 4 maggio 1982.

Prima del 1982 non era prevista la possibilità di cambiare sesso e dati anagrafici. Solo a seguito di diverse proteste in Italia, da parte del movimento LGBT, il legislatore fu spinto a legiferare su una tematica così importante come quella della transizione sessuale.

Con la Legge 164/1982, però, la rettificazione del sesso era possibile solo dopo l’intervento chirurgico. Infatti era previsto un procedimento bifasico: avere dapprima l’autorizzazione all’intervento chirurgico e successivamente, dopo essersi operati, si poteva richiedere l’autorizzazione al Tribunale di residenza al fine di poter rettificare il proprio sesso biologico con quello con cui ci si sentiva di appartenere e cambio del nome anagrafico.

A seguito dell’art. 31 del Decreto Legislativo 150/2011, è stato eliminato l’obbligo di un intervento chirurgico per cambiare sesso. Il decreto infatti stabilisce che l’intervento chirurgico può essere effettuato quando risulta necessario altrimenti è inutile ai fini di un adeguamento dei caratteri sessuali.

Oggi finalmente, alla luce della sentenza 143 della Corte Costituzionale del luglio 2024, che ha dichiarato finanche la illegittimità dell’art. 31 del Dlgs 151/2011, non e’ previsto l’obbligo di un intervento chirurgico per ottenere il cambiamento di genere nei documenti. La persona però deve dimostrare che la transizione è già avvenuta. Deve esibire agli atti una diagnosi di incongruenza di genere a seguito di relazione psicologica o di assunzione di terapia ormonale o qualora ci si è sottoposti ad un intervento di riassegnazione di genere a dimostrazione di una scelta irrevocabile.

La Legge 67/2006 contro le discriminazioni

Una delle principali leggi italiane in materia di protezione contro la discriminazione è la Legge 67/2006, che tutela le persone con disabilità e vittime di discriminazione. Questa legge stabilisce che chiunque sia vittima di discriminazione può avvalersi di misure legali.

Sebbene la legge non menzioni esplicitamente le persone transgender, il suo ambito di applicazione include tutte le forme di discriminazione legate all’identità di genere. Nel contesto delle persone transgender, la legge 67/2006 rappresenta una protezione importante contro discriminazioni sul posto di lavoro, nei luoghi pubblici, e in altri ambiti sociali.

In Italia non esiste ancora una legge che tutela le persone transgender che vengono discriminate per la propria identità di genere e che punisca in modo esplicito la violenza omolesbobitransfobica.

Al momento, ai reati di intolleranza nei confronti delle persone LGBT+ non è applicata un’aggravante specifica ma, qualora ci fosse un’aggressione, insulti, atti di bullismo o qualsiasi tipo di violenza è possibile comunque rivolgersi alle Forze dell’Ordine per una denuncia. Risulterà una denuncia per reati di base a cui verrà applicata un’aggravante generica ma, solo attraverso queste segnalazioni e denunce, sarà possibile quantificare la gravità della transfobia e richiedere interventi urgenti da parte del Legislatore.

Il Decreto Legislativo 150/2011: protezione dei diritti sul lavoro

Anche se non specificamente focalizzato sulle persone transgender, il Decreto Legislativo 150/2011 fornisce una protezione importante per chi subisce discriminazioni sul luogo di lavoro.

La legge stabilisce che le persone non possono essere discriminate in base a caratteristiche personali, come l’orientamento sessuale o l’identità di genere.

Le persone transgender possono quindi fare ricorso a questa normativa se vittime di discriminazione sul posto di lavoro, inclusi licenziamenti, molestie o mancato accesso a opportunità professionali a causa del proprio genere o della transizione di genere. Il giudice può condannare il convenuto al risarcimento del danno anche non patrimoniale e ordinare la cessazione del comportamento, della condotta o dell’atto discriminatorio pregiudizievole, adottando, anche nei confronti della pubblica amministrazione, ogni altro provvedimento idoneo a rimuoverne gli effetti.

Al fine di impedire la ripetizione della discriminazione, il giudice può ordinare di adottare, entro il termine fissato nel provvedimento, un piano di rimozione delle discriminazioni accertate. 

Determina AIFA sulla terapia ormonale di affermazione di genere

A seguito della Determina della Gazzetta Ufficiale del 23 settembre 2020, la terapia ormonale di affermazione di genere per le persone transgender è stata inserita nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del servizio sanitario nazionale. La prescrizione deve essere fatta da specialisti che operano all’interno di team multidisciplinari con comprovata esperienza nel supporto delle persone con disforia/incongruenza di genere.

Con questa decisione l’Italia si mette in linea con i suggerimenti della Risoluzione 2048 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa del 22 aprile 2015 sulla Discriminazione contro le persone transgender in Europa che invitava gli Stati membri a garantire «l’accesso a terapie ormonali sostitutive, supporto psicologico e intervento chirurgico a carico del servizio sanitario pubblico».

Sarà cura delle singole regioni stabilire le modalità per la dispensazione dei farmaci.

Sfide e prospettive future: verso una maggiore inclusività

Negli ultimi anni, sono aumentati gli sforzi per migliorare l’inclusività delle persone transgender, sia a livello istituzionale che a livello di sensibilizzazione sociale. Nonostante i progressi legislativi infatti, le persone transgender in Italia continuano a affrontare numerose sfide. La discriminazione, la difficoltà di accesso ai servizi sanitari e la mancanza di una legislazione completamente inclusiva sono ancora ostacoli rilevanti.

L’auspicio è che, con il tempo, l’Italia possa diventare un esempio di inclusività e rispetto per tutte le identità di genere, promuovendo una società più giusta e accogliente. In futuro, sarà quindi essenziale continuare a rafforzare la legislazione e promuovere un cambiamento culturale che permetta alle persone transgender di vivere libere dalla discriminazione e dal pregiudizio.

Sei vittima di discriminazione o bullismo basata sull’identità di genere?

Parlane con i tuoi familiari e con le persone più vicine a te oppure rivolgiti ad un avvocato esperto e confrontati sulla possibilità di denunciare